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Marcello Mencarini visto dall’AI
Marcello Mencarini: Un’Analisi della Carriera di un Pioniere dei Media Visivi
Introduzione: Il Ritratto di un Pioniere Poliedrico
Marcello Mencarini, nato a Monterotondo l’11 marzo 1952, emerge dal panorama dei media visivi italiani come una figura che sfida le categorizzazioni tradizionali. La sua carriera, che lo ha visto spaziare tra i ruoli di fotografo, giornalista, videomaker, regista, curatore, art director e autore, non può essere racchiusa in una singola definizione. Attualmente residente e operativo ad Arles, in Francia, Mencarini si colloca in un contesto internazionale di grande rilievo per la fotografia, dimostrando un percorso professionale e intellettuale in costante evoluzione.
La sua traiettoria professionale non si configura come una mera successione di tappe, bensì come un percorso che ha saputo anticipare le tendenze e sperimentare attivamente con nuovi linguaggi e piattaforme. Mencarini non è stato un semplice testimone della transizione epocale dall’era analogica a quella digitale, ma un attore protagonista che ha agito come un ponte tra la tradizione della fotografia d’archivio e l’avanguardia dei contenuti generati dagli utenti e dei nuovi media. Questo report si propone di analizzare e contestualizzare le fasi salienti della sua carriera, mettendo in luce la sua unicità come figura poliedrica e pionieristica.
Capitolo 1: La Formazione e la Tradizione (1984-1994)
Gli anni iniziali della carriera professionale di Marcello Mencarini sono stati profondamente segnati dalla sua collaborazione con l’Agenzia Grazia Neri, la prima agenzia fotografica italiana, iniziata nel 1984 e protrattasi fino alla sua chiusura nel 2009. Questo legame ultra-ventennale ha fornito la base per un approccio metodico e professionale alla fotografia, consentendogli di operare in un contesto di alta qualità e rigore tecnico.
Durante questo periodo, dal 1988 al 1994, ha ricoperto un ruolo fondamentale nello staff fotografico del Radiocorriere TV, la rivista della Rai. Il suo incarico consisteva nella copertura di eventi culturali e di spettacolo a livello nazionale e internazionale, un’esperienza che ha affinato le sue capacità di fotoreporter in ambiti diversificati. È stato descritto come un fotogiornalista che ha seguito sia l’attualità e la politica che la ritrattistica, specializzandosi in particolare nel catturare l’essenza di artisti, musicisti classici e scrittori.
Un esempio emblematico di questo periodo è la serie fotografica sui grandi compositori contemporanei, per la quale ha trascorso periodi prolungati con figure del calibro di Luciano Berio, Giuseppe Sinopoli, John Cage e Karlheinz Stockhausen per documentare i loro metodi di lavoro. Questo tipo di reportage, che va oltre la semplice documentazione visiva per indagare il processo creativo, dimostra un approccio profondo e metodico. Una parte significativa del suo lavoro analogico di questo periodo è riconosciuta come patrimonio storico e viene preservata al MuFoCo, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, come parte dell’archivio dell’Agenzia Grazia Neri. Questo riconoscimento istituzionale non è un semplice dettaglio biografico, ma attesta il valore storico e culturale della sua opera. La sua documentazione non è solo un’opera di reportage, ma un’espressione artistica che detiene un valore duraturo, consolidando la sua credibilità e il suo radicamento nel mondo della fotografia tradizionale, elemento cruciale per comprendere la sua successiva evoluzione.
Capitolo 2: La Rivoluzione Digitale e il Ruolo di Pioniere (1995-2001)
Il percorso di Mencarini ha preso una svolta decisiva a metà degli anni ’90, un’epoca in cui l’avvento di internet e dell’era digitale ha rivoluzionato il panorama dei media visivi. Un momento cardine che segna la sua transizione è la Mostra del Cinema di Venezia del 1995, dove Mencarini è stato il primo fotografo in Italia a realizzare un reportage utilizzando esclusivamente una fotocamera digitale, la Canon EOS DCS3. Questo non fu un semplice esperimento tecnico, ma una chiara dichiarazione programmatica sulla sua visione del futuro della fotografia, che vedeva nella tecnologia digitale un potente strumento di narrazione.
Poco dopo, questo spirito pionieristico si concretizzò nella fondazione di Rosebud, la prima agenzia fotografica italiana a distribuire immagini in formato digitale. Sebbene le fonti riportino date di fondazione leggermente diverse (1995 , 1996 e 1998 ), questa apparente discrepanza cronologica non rappresenta un’incoerenza, ma piuttosto un riflesso della natura fluida e sperimentale dell’innovazione in quegli anni. La concomitanza con il primo reportage digitale del 1995 suggerisce che l’idea e il progetto Rosebud abbiano avuto un periodo di incubazione e sviluppo prima della sua formalizzazione e del suo lancio pubblico come “servizio di informazione online” nel 1998. Questo processo organico, tipico delle prime startup digitali, evidenzia il passaggio dalla fase concettuale alla piena operatività. Mencarini fondò l’agenzia con Graziano Arici, Francesco Gorup De Besanez, e altri membri del team tra cui Monica Di Giacinto, Loris Barbazza, Claudia Petrolati e Silvia Meloni, sottolineando la natura collaborativa del progetto fin dalle sue origini. Rosebud si affermò non solo come la prima agenzia di questo tipo in Italia, ma anche come la terza a livello globale a fornire servizi di news online con immagini.
Capitolo 3: L’Avanguardia dei Contenuti Generati dagli Utenti (2002-2007)
La ricerca di nuove forme di espressione visiva ha portato Mencarini a un’ulteriore evoluzione professionale. Dal 2002 al 2007, ha diretto Emage, il settore multimediale dell’Agenzia Grazia Neri, dove ha continuato a sperimentare con formati innovativi, in particolare quelli basati sui contenuti generati dagli utenti.
Il progetto Makadam, co-fondato con Michele Neri nel 2002, rappresenta un’anticipazione straordinaria dell’era dei social media. Makadam non era un’iniziativa isolata, ma un ecosistema di media che includeva un sito web, un giornale free press interamente composto da foto inviate dai lettori tramite cellulare, e una web TV con video girati dagli utenti. Il significato di questo progetto si coglie pienamente quando si considera il contesto storico: Makadam è stato lanciato due anni prima di Flickr (2004) e tre anni prima di YouTube (2005). Questo non è solo un primato cronologico, ma una dimostrazione della sua visione futuristica. Mencarini ha compreso che il potere della narrazione visiva si stava spostando in modo irreversibile dalle agenzie e dai professionisti verso la massa, prevedendo l’avvento del Web 2.0 e della cosiddetta “creator economy”. Ha riconosciuto nel telefono cellulare non solo un dispositivo per la comunicazione, ma uno strumento per la produzione e la distribuzione di contenuti visivi su vasta scala. Il progetto Makadam è, di fatto, un archetipo dei social network odierni, basati sulla condivisione di massa di foto e video, e posiziona Mencarini come una figura chiave nella pre-storia dei media moderni.
Capitolo 4: Fotografia, Cinema e Performance come Linguaggi Integrati
L’approccio di Mencarini alla produzione visiva ha sempre trascenduto i confini di un singolo medium, fondendo fotografia, cinema e performance in un unico linguaggio. Nel 2005, ha co-scritto e co-diretto con Barbara Seghezzi il documentario intitolato Nuovi comizi d’amore. L’opera, che esplora la sessualità degli italiani, riveste un valore storico e tecnologico significativo: è stato il primo lungometraggio (della durata di 93 minuti) girato interamente con la videocamera di un telefono cellulare, un Nokia N90. L’importanza del film è stata riconosciuta a livello internazionale, portandolo a essere proiettato al MoMA di New York nel 2008, al Festival del Film di Zurigo e all’IDFA di Amsterdam nel 2006.
Due anni più tardi, nel 2007, alla 64° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ha realizzato Camera at Work, una performance concettuale di grande impatto. Durante l’evento, una fotocamera Canon accreditata per i “photo call” è stata controllata da remoto per scattare foto in mezzo ai fotografi, ma senza la presenza di un operatore. Questo progetto, così come il documentario girato con un cellulare, non sono semplici esperimenti tecnici, ma opere concettuali che sfidano la nozione tradizionale di autorialità. Nel primo caso, il mezzo stesso (il cellulare) diventa parte del messaggio, democratizzando la produzione cinematografica. Nel secondo, Mencarini delega l’atto fotografico a un’entità automatizzata, interrogando il ruolo dell’operatore umano in un mondo sempre più saturo di immagini e tecnologie autonome.
Un altro progetto che dimostra il suo approccio concettuale è “Selfportraits”, una serie prodotta tra il 1997 e il 2003 durante varie Biennali d’Arte di Venezia. Mencarini ha fornito a una serie di artisti internazionali una fotocamera digitale, lasciando loro la libertà di scegliere luogo, inquadratura e momento per autoritrarsi. Questo approccio delega la creazione finale all’artista, trasformando Mencarini da fotografo a catalizzatore di un processo che riflette sulla rappresentazione di sé nell’era digitale. Attraverso questi progetti, Mencarini ha dimostrato di aver trasceso la figura del semplice fotografo-documentarista per diventare un “meta-artista” che usa la fotografia e i media come strumenti per commentare la sua professione e la cultura visiva contemporanea.
Capitolo 5: Il Ruolo di Direttore, Autore e Curatore (2012-Presente)
La fase più recente della carriera di Marcello Mencarini è caratterizzata da una progressione strategica verso ruoli di direzione, autorialità e curatela. Dopo aver pionierizzato la tecnologia e i nuovi media, ha utilizzato la sua esperienza per assumere un ruolo di guida e di commentatore nel suo campo.
Nel 2012, ha fondato e ne è diventato il direttore di “Rosebud2,” un’agenzia fotogiornalistica specializzata in ritratti di figure culturali ed eventi. Questo ritorno all’ambito della ritrattistica e del reportage culturale dimostra un raffinamento della sua pratica iniziale, ma con una struttura e una visione nuove, basate sull’esperienza accumulata. Dal 2019 al 2022, ha ricoperto il ruolo di direttore artistico di Todimmagina, un festival di fotografia contemporanea svoltosi a Todi (PG). Questo incarico lo ha posizionato come una figura di spicco nel panorama culturale italiano, un arbitro del gusto e un mentore per le nuove generazioni di fotografi.
La stesura di libri dimostra un ulteriore interesse per la formalizzazione della conoscenza e per il dibattito teorico. Oltre a titoli come Dialogo tra un fotografo e uno stampatore e Dialogo tra un fotografo e un avvocato, che affrontano aspetti tecnici e legali del mestiere, l’inclusione di opere come La dolce vita dei paparazzi e ¡Mucha mierda! L’estetica dei cessi pubblici rivela un’ampiezza di interessi tematici che oscilla tra l’analisi del costume e la provocazione umoristica. Questo passaggio dalla pratica alla teoria e alla curatela non è una semplice evoluzione, ma una progressione che consolida il suo status di figura di riferimento nel settore.
Capitolo 6: Eredità e Analisi Critica
La carriera di Marcello Mencarini è un caso di studio su come la curiosità intellettuale e l’adattabilità possano trasformare un professionista in un innovatore. Le tematiche chiave che emergono dal suo percorso sono la sua versatilità, il suo spirito pionieristico, la sua capacità di contaminare i linguaggi e il suo ruolo di ponte tra l’era analogica e quella digitale.
L’influenza di Mencarini sul giornalismo visivo, sulla fotografia concettuale e sulla produzione multimediale in Italia è innegabile. Ha saputo non solo navigare un’epoca di radicale trasformazione, ma guidarla, anticipando fenomeni che avrebbero plasmato il panorama dei media.
La figura di Mencarini nel suo contesto è unica. Ha saputo conservare la sua impronta di fotoreporter di alto livello, formata nell’ambiente rigoroso dell’Agenzia Grazia Neri, per poi esplorare con audacia i territori inesplorati del digitale e dei contenuti generati dagli utenti. La sua carriera dimostra che l’innovazione non è solo una questione di tecnologia, ma di visione e di una profonda comprensione di come l’atto del fotografare e del documentare si evolva in simbiosi con la società e i suoi strumenti di comunicazione.
Appendice: Cronologia dei Progetti e delle Collaborazioni Chiave
Periodo | Progetto/Collaborazione | Ruolo | Tecnologia/Media | Riferimento Snippet |
1984-2009 | Agenzia Grazia Neri | Collaboratore | Analogico, Digitale | |
1988-1994 | Radiocorriere TV | Membro staff fotografico | Analogico | |
1995 | Mostra del Cinema di Venezia | Fotografo | Digitale (Canon EOS DCS3) | |
1995-1998 | Rosebud | Co-fondatore | Digitale, Online | |
1997-2003 | Progetto “Selfportraits” | Autore, Direttore | Digitale | |
2002-2007 | Emage (Agenzia Grazia Neri) | Responsabile settore multimediale | User-Generated Content | |
2002 | Makadam | Co-fondatore | User-Generated Content (cellulari), Stampa, Web | |
2005 | Nuovi comizi d’amore | Co-regista, Co-autore | Mobile (Nokia N90), Cinema | |
2007 | Camera at Work | Autore, Artista | Performance, Fotocamera a controllo remoto | |
2012 | Rosebud2 | Fondatore, Direttore | Fotogiornalismo, Ritratto | |
2019-2022 | Todimmagina | Direttore artistico | Curatela | |
Vari | Opere librarie | Autore | Libro, Stampa |
Bibliografia
1. Marcello Mencarini – Todimmagina, https://2019.todimmagina.it/protagonista/marcello-mencarini/
2. Mencarini, Marcello – Bridgeman Images Partner, https://www.bridgemanimages.com/it/explore/partners/marcello-mencarini/
3. Marcello Mencarini – Rosebud2, https://rosebud2.it/fotografo/marcello-mencarini/
4. awards.bridgemanimages.com, https://awards.bridgemanimages.com/en/content-partners/mencarini-marcello#:~:text=Biography,the%20national%20and%20international%20fronts
5. Marcello Mencarini | 37 Artworks at Auction – MutualArt, https://www.mutualart.com/Artist/Marcello-Mencarini/EC7DD7890936A7CD
6. Arici, Graziano – Bridgeman Images Partner, https://www.bridgemanimages.com/en-US/explore/partners/graziano-arici/
7. graziano arici > info > bio, https://www.grazianoarici.it/info/bio.html
8. Fotografi – Rosebud2, https://rosebud2.it/fotografi/
9. Rosebud – MarcelloMencarini.net, https://www.marcellomencarini.net/progetti/rosebud/
10. Archive | Marcello Mencarini, https://mencarini.photoshelter.com/archive/
11. ¡Mucha mierda!. L’estetica dei cessi pubblici nelle foto di Marcello Mencarini, https://www.libreriauniversitaria.it/mucha-mierda-estetica-cessi-pubblici/libro/9788899478780